La Chiesa Argentina nel cuore di Roma.

La messa è finita e il cardinale Luis Francisco Ladaria, che l’ha celebrata, è il primo a uscire, seguito dai suoi sacerdoti vestiti di bianco.
Lo fa per attendere i fedeli fuori dalla chiesa e salutarli uno a uno, com’è d’uso in Argentina, secondo una prassi semplice e alla mano che papa Francesco ha portato anche a Roma.
E' domenica e il cardinale e arcivescovo spagnolo, un gesuita e segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio, dispensa sorrisi e parole al cospetto di un manifesto affisso sul portone, che ritrae il Pontefice benedicente.
Di fronte al cardinale il Papa è ricordato anche con una scultura che lo effigia a mezzobusto.
Dietro al cardinale targhe in spagnolo raccontano la storia secolare della Chiesa Rettoria Santa Maria Addolorata, la Chiesa Nazionale Argentina: la più antica chiesa latino-americana di Roma, eretta per iniziativa di un generoso prete argentino, José León Gallardo, ai primi del Novecento.
E oggi retta dal clero diocesano argentino, oltre che amministrata dalla Conferenza episcopale di quel lontano Paese. «Il fatto d’avere un Papa argentino noi non lo viviamo come un privilegio, lo viviamo come una responsabilità», dice il cinquantenne Ángel Hernández, il rettore, nato a San Juan de Cuyo, Nord-ovest dell’Argentina, quasi a 1.400 chilometri da Buenos Aires.
La felicità di un Papa che è figlio della nostra terra, per noi significa seguire il suo insegnamento per una Chiesa più evangelica e universale.
D'altra parte, gli argentini sono spesso un esempio dell’apertura all’universo, essendo perfettamente integrati in Italia e con gli italiani.
Agli incontri dei latino-americani in questa chiesa, con comunità diverse e molto compatte tra loro come quella peruviana o ecuadoriana, partecipano pure italiani».

Due presidenti e Giovanni Paolo II
Succede la prima domenica del mese, quando alle sette di sera si celebra la messa della Chiesa Nazionale Argentina in spagnolo. Un centinaio di credenti, e spesso di turisti di passaggio per vedere il Papa a San Pietro, si danno appuntamento in piazza Quadrata, come i romani hanno ribattezzato piazza Buenos Aires, per assistere alla funzione.
Dopo la messa del mese la parrocchia offre empanadas, il tipico panino argentino, e vino italiano. Ancora una volta è la mescolanza delle due culture, che a papa Francesco, l’argentino italiano, fanno riferimento.
Qui si commemorano gli anniversari della Repubblica Argentina, per esempio il 25 maggio, “fiesta patria popular”, come viene evocata.
Da qui passarono due presidenti della Repubblica: Carlos Menem il 10 ottobre 1997 – ricorda una targa commemorativa –, e Fernando de la Rúa, senza però aver lasciato traccia
di sé sui muri che parlano.
Dove invece fa bella mostra un’iscrizione del 1982 a opera della “Comunità argentina di Roma”, che esorta alla preghiera per quanti “hanno donato la vita per la patria nella battaglia per le Malvine”.
Il vento gelido della storia lambisce la chiesa di piazza Buenos Aires.
Ma la storia oggi cammina e prende nuove strade. Oggi è papa Francesco il futuro della memoria, che è radicata a Roma con la posa della prima pietra il 9 luglio 1910, altro importante anniversario dell’Argentina indipendente.
«Da sacerdote e da cardinale Francesco è venuto più volte, da Papa ancora no», racconta don Ángel, sperando che l’attuale Pontefice faccia come papa Wojtyla il 13 novembre 1998, quando venne per “innalzare al trono” l’immagine di Nostra Signora di Luján.
E' la Vergine Maria per i cattolici argentini. Francesco verrà entro l’anno? Don Ángel risponde così:
«Il Papa è pieno di impegni. Noi l’abbiamo invitato. Lui ha sorriso. Chissà…».”,

GESÙ CRISTO VIVE

dall'Argentina UNA VOCE DALLE TERRE LONTANE

Carissimi tutti della Comunità parrocchiale: BUONA PASQUA!
Nella Pasqua di Resurrezione di Gesù, viviamo il mistero insondabile e centrale della nostra fede: la vittoria di Cristo sulla morte e il trionfo della vita.
Questo avvenimento segna pure la vittoria sull’egoismo e l’odio che distrugge l’uomo, e il trionfo dell’amore che dignifica e umanizza ogni persona che lo vive.
Con Cristo vivo e risuscitato, acnhe noi, come discepoli missionari suoi, in questo 2021 che percorriamo, siamo chiamati a vivere da risuscitati a una "vita nuova": la vita che trae Gesù e che ci proietta, nell’eternità, che segna la pienezza della vita.
Per alcuni questa verità costituisce un assurdo irrazionale, per altri una delle tante "idee alienanti" create dal cristianesimo.
Certamente 1a verità della risurrezione di Gesù di Nazareth, o si assume con la fede (assistita dalla ragione),o non ha alcun senso.
Con l’apostolo Paolo riaffermiamo: "Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede" (1^ Cor. 15,14)
Come cristiani .(credenti in Cristo), non solo assumiamo questa verità, ma, mossi e guidati dallo Spirito di Dio, ci facciamo TESTIMONI di Cristo risuscitato.
Siamo cioé chiamati ad annunciare con la vita che oggi, qui nel nostro piccolo paese e comunità parrocchiale, come nell'orizzonte di tutta l'umanità, GESÙ E’ VIVO e cammina con noi, nella nostra storia, molte volte controversa.
Scegliere Gesù e seguire Gesù significa "scommettere" la vita e una vita nuova, centrata in Lui per Lui e... con Lui.
Ciò che vediamo attorno a noi, e che ci causa tristezza sgomento, chissà paura, come: odio, violenza, morte, discriminazione, tratta di persone, male dilagante, indifferenza, irreligiosità, materialism associato al consumo della droga, dell’alcool... non costituisce l’unica e vera realtà che possiamo costatare.
Se crediamo in Cristo Risuscitato, Signore della vita e della storia, vincitore del male in tutte le sue forme, dell'ingiustizia e della morte, attuiamo di conseguenza, facendoci con Lui, portatori e datori di una vita piena e felice, illuminata dalla FEDE, animata dalla SPERANZA, e alimentata con l'AMORE.
Certameme sarà con la nostra condotta, con il nostro stile di vita e con i fatti che renderemo credibile e testimoniale la nostra convinzione e la certezza, che …CRISTO VIVE!
Vive in me, in te, in noi e in una umanità che chiede a "squarciagola": pace, unità rispetto per l’uomo e la natura che lo circonda, concordia tra i popoli, solidarietà, giustizia e verità, gioia vera e vita degna di "figli di Dio".
"Io sono la risurrezione e la vita,di chi crede in me, anche se muore vivrà."'
FELICE E SANTA PASQUA DI RISURREZIONE; a tutte le famiglie e Comunità Parrocchiale!
Abbraccio dall'Argentina, in Mendoza.

Giampietro dall'Argentina

Videomessaggio del Papa per nuova Chiesa Università Cattolica Argentina

L'università sia “orientata verso Dio, verso Gesù” e da Lui derivi “la sua forza, le sue idee, il suo insegnamento”: questo, in sintesi, quanto afferma il Papa in un videomessaggio per l’inaugurazione della Chiesa principale dell’Università Cattolica Argentina, nel Campus di Puerto Madero.
Dedicato al Cuore di Gesù, il luogo di culto è stato inaugurato ieri, 18 marzo, con una Santa Messa presieduta dal cardinale Mario Poli, arcivescovo di Buenos Aires e Gran Cancelliere dell’Università.
Nel suo videomessaggio, il Pontefice si congratula per l’iniziativa e ricorda che la nuova Chiesa “non è un tempio separato dall’Università”, ma ne è “il cuore ed il centro” e ne rappresenta una parte “molto importante”. Infine, Papa Francesco esprime l’auspicio che la Chiesa sia sempre affollata di fedeli.
“La Spiritualità è indispensabile per la vita accademica”
La nuova Chiesa informa una nota dell’Uca – risponde alla richiesta di Papa Francesco di una maggiore spiritualità e di un incontro con Gesù Cristo anche nei centri accademici”.
“Nell’Università – spiega il Rettore dell’Ateneo, mons. Victor Fernández – la vita spirituale non può intendersi come un’attività secondaria”, perché “lo spirito è indispensabile, essenziale, fondamentale”.
Arricchita da un grande campanile che si vede da ogni punto del Campus, la Chiesa si appresta a diventare una sorta di “Santuario universitario”
(I.P.)