A PADRE VINCENZO BORDO IL "NOBEL" SUDCOREANO


Il prestigioso premio Ho-Am assegnato al ''prete degli ultimi'' di Piansano
01/06/2014 - 02:00
Il prestigioso Premio Ho-Am 2014, una sorta di Nobel della Corea del Sud, è stato assegnato a padre Vincenzo Bordo, originario di Piansano.
E' la prima volta che un Italiano ottiene il massimo riconoscimento sudcoreano.
Padre Bordo, (nome coreano Kim Ha Jong: Kim fu il primo martire coreano, Ha Jong "servo di Dio") è stato premiato "per il servizio ai senzatetto, anziani soli e giovani di strada, attraverso una serie di programmi che includno una mensa e un centro per la gioventù nella città di Seongam dal 1993".
La consegna è avvenuta venerdì scorso a Seul.
Il Premio Ho-Am (dallo pseudonimo dell'ex presidente Samsung Lee Byung-Chull), considerato l'equivalente coreano del Nobel, ha una sua voce su Wikipedia dove il nome di Vincenzo Bordo, missionario dell'Omi (Oblati di Maria Immacolata), è prontamente comparso.
Riservato ai cittadini sudcoreani per le prime quattro categorie, il riconoscimento può essere assegnato a uno straniero per la categoria "servizio alla comunità", che premia chi abbia "ottenuto risultati eccellenti nell'ambito del servizio sociale e contribuito alla crescita del benessere pubblico".
Il premio ottenuto da padre Bordo consiste in un diploma, una medaglia d'oro e soprattutto 300 milioni di won coreani, equivalenti a circa 215 mila euro.
"La notizia del premio al missionario di Piansano - commenta il fratello Stefano Bordo - catalizza da diversi giorni l'attenzione di tutti i media coreani e dell'intera collettività.
Alla cerimonia di consegna
- aggiunge - hanno preso parte le più alte cariche dello stato, della comunità scientifica e imprenditoriale".
Padre Bordo è il fondatore del centro "La Casa di Anna", dove vengono distribuito oltre 500 pasti al giorno e assistenza materiale e spirituale ai bisognosi, nonché cinque case famiglia per ragazzi di strada.
Fonte:Tusciaweb

DALLA KOREA DEL SUD
UNA VOCE DALLE TERRE LONTANE
"PADRE HAI SENTITO?"

De André canta magnificamente:
"Dio del cielo se mi vorrai amare scendi dalle stelle e vienimi a cercare".
Dio ha preso sul serio quella parola e mi è venuto a trovare, ed io l'ho incontrato: nell'abbraccio di un povero, nella scodella di riso offerto ad un anziano solo, nel gioco condiviso con un ragazzo di strada, nel sedermi per terra e parlare con un homeless, nello sguardo impaurito di un giovane in una fredda notte d'inverno, in un sorriso donato con gioia...Non so se Dio e' in cielo, non ci sono mai stato e non lo posso affermare, ma sicuramente è in mezzo a noi: io l'ho visto e lo posso testimoniare ...
..."Padre hai sentito? Antonio è morto. È morto ASSIDERATO".
Ogni anno sono più di 400 gli homeless che muoiono nelle fredde notti d'inverno. Un buon uomo. Uno di quelli che non avrebbe fatto del male neanche ad una mosca.
Una persona DIS-GRAZIA-TA perchè la sua povera vita è stata solo piena di disgrazie: abbandono da piccolo, orfanatrofio, violenze, strada e alcool, iInfine la morte sulle scale della metro per congelamento.
Una morte assurda. Ora sono qui nella camera mortuaria dell'ospedale davanti ad un anonimo frigorifero e al suo corpo bruciato dal gelo per un ultimo saluto e una sentita preghiera ...
Nelle fredde notti d'inverno, quando la temperatura scende sotto i -9 gradi, può diventare una QUESTIONE DI VITA O DI MORTE per chi vive sulla strada.
Ascoltare il loro grido e farci carico del loro dolore è per noi una sfida giornaliera.
Davvero BUFFISSIMO ...un avvocato italiano, Martina, un medico koreano, Yong Soo, un sacerdote missionario riuniti davanti ad un tavolo, NON per una CONFERENZA INTERNAZIONALE... ma per cucinare 20 scatole di funghi per i poveri.
In queste fredde sere d'inverno osservare i nostri amici di strada che arrivano alla mensa con il cappello calato sugli occhi, per proteggere con pudore quella sincera dignità che è rimasta, deporre sul pavimento i loro poveri zaini, buste, fagotti, che contengono le poche cose rimaste di una vita piena di sofferenze, vederli sedere comodamente e mangiare con gusto...mi riempie il cuore di gioia.
Nei nostri quattro centri per ragazzi di strada abbiamo tre obiettivi: il primo e' farli RITORNARE IN FAMIGLIA, quando questo è possibile.
Il secondo e' aiutarli, attraverso la consulenza psicologica, a CURARE LE PROFONDE FERITE che portano nel loro giovane animo.
Il terzo sogno è quello di farli DIPLOMARE, attraverso dei corsi privati, alla scuola pubblica per garantire loro un futuro più sereno.
La realtà più dura in questo lavoro con i ragazzi di strada è quando vedi che un ragazzo, prima di finire il programma formativo, lascia la casa famiglia, e pur sapendo che scegliera' strade sbagliate, NON POTER FAR NIENTE per impedire ciò. E' un momento di GRANDE SOFFERENZA.
Tanti bei giovani vengono alla mensa a servire.
Quando domando loro: "Perchè sei venuto?".
Con un bel sorriso mi rispondono:
"È bello servire i poveri".
"Perchè", domando ad un altro?".. 'Dona gioia al cuore, amare rende lo spirito felice e ricolmo di pace".
GIOIA, PACE, AMORE... sono l'esperienza di un Dio vivo e presente in mezzo a noi.
Allora mi domando: "Perchè nelle nostre Chiese i giovani non trovano queste dimensioni? Gesù è risorto ed è presente in mezzo a noi; in questi bei ragazzi vedo un raggio del Suo splendore. Gesù è vivo.
Esistono i miracoli = dolci segni della benevolenza di Dio per noi.
Arriva il cuoco e mi dice:
"Abbiamo le scorte di riso solo per due giorni; né dobbiamo comprare altro''.
Avendo molti debiti sono preoccupato e a malincuore gli dico:
"Ordinalo''.
Non faccio in tempo a uscire dalla mensa che un camion sta scaricando 10 quintali di riso. Dio esiste, ama e si prende cura dei suoi figli.
BUON NATALE A TUTTI!

p. Vincenzo Bordo OMI

Padre Vincenzo Bordo

Mensa dei poveri alla "Casa di Anna"

FRA VINCENZO BORDO OMI COMPIE 28 ANNI DI SACERDOZIO

Una vita spezzata.
Un’ esistenza donata.
Un’ anima afferrata.
Una storia di gratitudine... rese grazie


Quattro semplici parole che ogni giorno , ormai da 28 anni, ripeto a me stesso e alla comunita’ ogni volta che celebro la santa messa: “Gesù nella notte in cui fu tradito prese il pane, rese grazie, lo spezzo’, lo diede ai suoi discepoli……”.

PRESE IL PANE …
Signore…nello stesso modo Tu hai preso la mia giovane vita. Avevo diciott’ anni quando mi sono sentito avvolgere dalla tua tenue esistenza: una sensazione bella, un momento di grazia e di felicita’. Ciò mi ha affascinato e conquistato a tal punto da convincermi a lasciare tutto per rispondere alla tua chiamata. Non ricordo le circostanze nei particolari ma sono consapevole che non sei entrato con la forza dirompente e impetuosa di un Dio onnipotente che sconvolge e turba tutto ma ho memoria solo della tua delicata presenza, della tua tenerezza, del tuo dolce amore che hanno afferrato e sedotto il mio innocente spirito.
LO SPEZZO’….
Signore… tante sere, dopo una giornata di duro lavoro al servizio dei poveri, ritorno a casa e sento che il mio corpo è spezzato dal dolore e dalla fatica. I piedi gonfi mi fanno male. Le ossa sono a pezzi. I muscoli sfibrati. Dopo tanto amore donato mi rimane solo un fisico frantumato dalla sofferenza. Altre volte e’ il mio spirito che è lacerato da una nacosta solitudine, dove Tu, l’ amato, non sei li’ dove desidero incontrarti. Sei assente. Allora anche il mio animo. avvolto dalla tenebra e dal dubbio, sprofonda in un baratro buio, senza fine. Poi ci sono giorni in cui il mio cuore è schiacciato, da un malessere indicibile. In quei momenti desidererei solo l’ abbraccio caldo ed umano di una compagna di vita che mi sappia comprendere e ascoltare.Accogliermi in quella profonda inquietudine. In quel momento di un amore impossibile un grido straziato e dirompenete sgorga dal mio intimo: “ Perche’ Dio, perche’?”. Ma in quell’ arcano abbandono Tu taci, silente ed irragiungibile.
RESE GRAZIE…
Signore… dopo questi attimi di smarrimento mi rendo conto che tutta la mia vita è penetrata solo dalla Tua grazia. Tutto quello che mi circonda: il Centro per la gente di strada, con i suoi 450 ospiti giornalieri, le quattro case famiglia con i trentacinque ragazzi abbandonati, i seicento volontari, i collaboratori, la comunità oblata, la salute, la confortevole casa dove vivo. Tutto cio’ è dovuto alla Tua generosita’, alla Tua potenza gloriosa ed infinita. Tutto è un Tuo dono gratuito e stupendo. Tutto è un miracolo della Tua infinita bontà e misericordia. Allora stupito ed estasiato da questa amorevolezza che mi avvolge mi rimane solo la lode, il ringraziamento, la benedizione. Si’ Tu sei presenza viva, stupenda ed operante nella mia misera vita.
LO DIEDE….
Signore… Sento che questi ventotto anni di sacerdozio sono profondamente immmersi nel Tuo mistero pasquale, dove morte e resurrezione sono vissute in uno stesso drammatico ed esaltante attimo: “CHINATO IL CAPO DIEDE LO SPIRITO”. Li’ vita e morte sono combinate in un escatologico intreccio d’amore e d’angoscia che solo un cuore amante può percepire. Come nel parto felicità e sofferenza sono intrinsecamente uniti in un istante di profondo dolore e di nuova vita, così sento che questa mia esistenza donata e’ avvolta da questo venerabile triduo pasquale dove decesso cruento e gioioso inizio si incontrano in un sublime abbraccio.Osservando, infine, le sorelle e i fratelli che mi sono compagni in questo cammino, mi rendo conto che questa vita afferrata, spezzata, donata e ricolma di tante grazie appartiene ad ogni uomo e donna che ama. LA VITA DI OGNUNO DI NOI, SACERDOTE O LAICO CHE SIA, E’ UNA EUCARESTIA QUOTIDIANA: infatti chi ama è PRESO dall’Amore, si DONA all’amato, si SPEZZA per amore, è una persona che LODA E RINGRAZIA perche’ affascinato da questo enigmatico e imperscrutabile vivere. Così mi piace ricordare il mio e il vostro ventottesimo di amore… sacerdotale.Signore… solo ora, dopo un cosi’ lungo cammino durante il quale Tu sei stato sempre al mio fianco, sono consapevole…. Che non sono stato io ad offrirti generosamente la mia vita….ma che sei stato Tu ad offrirti a me….Che non sono stato io ad amarti entusiasticamente…ma Tu mi hai avvolto del tuo incommensurabile amore…Tu non io…Si’ mi rendo conto che continuo ad amarti…. perche’ da Te amato.


Padre Vincenzo Bordo Omi
missionario in Corea del Sud