La pace sia con Te
Per i parrocchiani - Importante!!

X

Parrocchia di Piansano
Regione Ecclesiastica Lazio
Diocesi di Viterbo


Chiesa "Madonna del Suffragio"
La Storia
La Madonna del Suffragio era venerata nel Ducato di Castro ed è probabile che dopo la sua distruzione dello stato farnesiano, avvenuta nel 1649 ad opera delle truppe di Innocenzio X, il suo culto si sia diffuso nei paesi dell'ex Ducato e tra questi a Piansano.
In paese, tra il 1708 e il 1716, esisteva una chiesa in suo onore,“Madonna del Suffragio”, con una notevole tela della anime purganti che per intercessione della Vergine salivano dal Purgatorio in cielo.
Nell’uso comune si impose subito come “chiesa Nuova” forse perché ultima in ordine di tempo, secondo una curiosa vocazione del paese a ribattezzare le chiese: dicendo “di Sant’Antonio” quella costruita nel 1625 e dedicata in realtà alla “Madonna del Giglio”, e “di Santa Lucia” quella edificata nel 1635 dalla parte opposta del paese, sulla strada per Valentano, e dedicata propriamente alla “Beata Vergine della Pietà”.
Questa “del Suffragio” è l’unica rimasta, oltre alla parrocchiale di “San Bernardino”,essendo “sparite” nel corso del ‘900 tutte quelle suburbane: le due prima menzionate, e quella campestre di “Sant’Anna”, che complessivamente dovevano propiziare il cammino nelle varie direzioni all’uscita e all’entrata in paese.
Intorno alla metà del 1800 alla Vergine del Suffragio fu pure dedicata una statua riccamente abbigliata e posta sull'altare.
La chiesetta - a navata unica e due soli altari laterali, oltre a quello maggiore - era naturalmente aperta ai fedeli ma non così frequentata come la parrocchiale.
Fatta costruire dalla facoltosa famiglia De Parri, i quali fecero realizzare anche una sepoltura gentilizia di famiglia, è stata officiata sin dall'inizio dal sacerdote Don Domenico Parri.
Furono i De Parri, nel corso del ‘700 e ‘800, ad assicurare la manutenzione della Chiesa provvedendo ad arredi, stucchi e decorazioni, e fu Giovan Battista De Parri che nel 1853 fece scolpire la statua della Madonna, collocandola nella chiesa ed assicurandone custodia e approvvigionamento di cera.
Agli inizi degli anni '70 nel novecento il piccolo tempio settecentesco fu demolito per far posto ad una chiesa più grande, funzionale e moderna e soltanto dopo questo ampliamento/ricostruzione il luogo di culto è entrato a pieno ritmo nel calendario liturgico e nella vita della parrocchia e riprese il nome originale di “Madonna del Suffragio”.
L'antica statua della Vergine fu così dismessa e al suo posto fu realizzata una pregevole statua lignea.
Alcuni anni fa tuttavia le parti in legno della vecchia statua - ovvero testa, mani, piedi e il bellissimo Bambin Gesù - furono ritrovate in un vecchio armadio. Di qui l'idea di restaurare la statua e riportarla sugli altari.
Nella ricostruzione è' stata realizzata anche una grande bifora che si apre sul prospetto ovest e alle cinque finestre con ghiera a tutto sesto in laterizio del prospetto sud della chiesa.
La bifora da qualche anno accoglie due suggestive vetrate istoriate, dono di don Domenico Severi e ultima opera del maestro Nello Palloni, apprezzato esponente del Futurismo recentemente scomparso.
Con linguaggio non convenzionale, le vetrate sviluppano il tema del mistero pasquale annunciato dal crocifisso ligneo degli inizi del XVIII secolo che sovrasta l’altare; esse, inoltre, grazie alle loro dimensioni e alle scelte cromatiche, frutto di attenta riflessione sul contesto architettonico, hanno il merito di rendere più significativa e accogliente l’aula di culto, altrimenti alquanto austera e disadorna.
Successivamente è stata collocata, nella parete di sinistra, nella nicchia a mattoni rossi, una grande teca, internamente illuminata, di pregevole fattura, opera dell’artista del ferro e del rame Sandro Brachetti, che accoglie e protegge l’immagine della Madonna del Suffragio, risalente nelle sue parti lignee al XVIII secolo.
Il simulacro, appartenente tipologicamente alla tradizione delle “Madonne vestite”, dopo anni di oblio, per iniziativa del parroco don Andrea Mareschi e con l’approvazione del vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli, è stato restituito alla pietà mariana del popolo di Piansano.
Anche l’opera del maestro Brachetti, dal peso complessivo di 351 chilogrammi e alta circa tre metri e mezzo, pur nella sua originalità, nel disegno e nell’ornato si pone in linea di continuità con la tradizione.
La commissione diocesana per i beni culturali e l’arte sacra ne ha seguito attentamente le fasi progettuali ed esecutive, condividendo con l’artista le scelte esteticostrutturali e i significati teologici.
La copertura in rame, cuspidata, reca sulla sommità il monogramma mariano.
Sotto la cuspide, all’interno della teca, vibra in volo la Colomba, simbolo dello Spirito di Dio che dona la vita.
Sul frontale della cuspide, in parte sbalzato, sono visibili motivi floreali e tre rose in rame, omaggio alla Trinità.
La fronte del basamento su cui posa direttamente la statua della Madonna è impreziosita da motivi floreali e geometrici.
La struttura portante dell’edicola, la mensa e i due alberi di olivo di sostegno, simboli di pace, sono stati realizzati in ferro battuto rivestito di una patina color “bronzo bucciato”, effetto ottenuto mediante riscaldamento dello strato di vernice superficiale che viene fatto raggrinzire in modo che per fini estetici assuma una particolare ruvidità.
Il serto di rose, le foglie dei due olivi e i motivi decorativi della base sono in ferro battuto rivestito di oro antico.
Le rose che incorniciano la sacra immagine sono esattamente 52, tante quanti sono i titoli con cui viene invocata la Madonna nelle litanie lauretane.
La teca del maestro Sandro Brachetti, come le già citate vetrate di Nello Palloni, si inserisce armoniosamente nello spazio moderno ed essenziale della chiesa, in particolare nella nicchia in laterizi che la accoglie, le cui forme architettoniche hanno guidato l’autore nel disegno, nelle scelte materiche e delle patine.
Nel 2010 la statua della Madonna fu benedetta e rivestita di un nuovo, prezioso abito e avvolta in un meraviglioso manto azzurro ricamato in oro ritornò nella sua Chiesa che riacquistò l'antico nome "Chiesa del Suffragio".
Qui la statua fu posta in una artistica teca in cristallo e ferro.
Il vescovo consentì in suo onore una solenne processione da tenersi negli anni a venire ogni tre anni.



Nel novembre 2018 la Chiesa si arricchisce di 4 nuovi capolavori realizzati dall'artista svedese, naturalizzata "Piansanese", Siv Britt Shonberg.
I quattro pannelli in tela collocati di fronte all'altare, raffigurano i 4 avangelisti (Marco, Luca, Giovanni e Matteo) e vogliono rappresentare un arco ideale tra la parola annunciata e il sacramento celebrato.
Essi riuniscono e abbracciano la comunità intorno alla mensa, dove la nostra umanità, nutrita dalla parola e dall'Eucarestia, partecipa all'incontro con il Dio della Vita.



Torna inizio Pagina